Il piano d'azione italiano contro l'Eternit smaltimento Eternit

Ha preso il via il 28 marzo presso la sede dell’Inail il tavolo tecnico per i risarcimenti in esecuzione dei contenuti della sentenza Eternit


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Lo smaltimento dell'amianto deve avvenire in apposite discariche autorizzate

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Si tratta di dare attuazione effettiva nella parte che riguarda le provvisionali immediatamente esecutive nei confronti delle parti civili.

Il tavolo tecnico, istituito dal ministero del Lavoro con il ministero della Salute e le altre amministrazioni interessate e i soggetti danneggiati è previsto negli obiettivi del Piano nazionale amianto approvato dal governo e recentemente trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni, per assicurare in modo effettivo il principio delle tutele in favore delle parti lese.

Il prossimo 8 aprile a Casale Monferrato presenteremo il Piano nazionale amianto, che ora è al vaglio della conferenza Stato-Regioni”. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Renato Balduzzi, alla presentazione del progetto amianto coordinato dall’Istituto superiore di Sanità (Iss) e che vede coinvolti l’Istituto tumori Regina Elena di Roma e le Università di Torino e del Piemonte Orientale. “Presenteremo il piano alla comunità scientifica e a quella locale – spiega Balduzzi – illustrandone il contenuto che poggia essenzialmente su tre profili: quello sanitario, ambientale e previdenziale, quest’ultimo relativo alle modalità risarcitorie". Intanto in Italia mancano le discariche autorizzate e lo smaltimento dell’amianto avviene con costosissimi invii all’estero dove l’indistruttibile fibra viene tombata nel cemento. Proprio questo è uno dei motivi per cui lo smaltimento avviene, di fatto, soprattutto al Sud, con abbandoni incontrollati in discariche abusive o meno.

La salute, l'ambiente, la sicurezza sul lavoro. Si muove lungo tre direttrici di marcia il Piano d'azione italiano contro il dramma dell'amianto. Con tanto di obiettivi e sub-obiettivi, e una tabella di marcia, tutta da verificare alla prova, per debellare lo scempio dell'asbesto.

È con tante ambizioni, ma con risorse ancora assolutamente al lumicino - appena 50 milioni i finanziamenti previsti per i primi interventi in materia di salute – che si presenta ai nastri di partenza il «Piano nazionale amianto» appena elaborato dai ministeri della Salute, dell'Ambiente e del Lavoro. Si tratta di vere e proprie linee guida operative, che il Governo in carica ha trasmesso alla conferenza Stato-Regioni per il loro recepimento e la loro attuazione in sede locale. Il progetto, che Il Sole 24 Ore.com è in grado di anticipare, sarà presentato lunedì 8 aprile a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, proprio lì dove è deflagrato il caso (e la vergogna) dell'Eternit.

I numeri del dramma asbesto

Ben 15.845 casi di mesoteliama maligno dal 1993 al 2008, oltre 34mila siti contaminati, 32 milioni di tonnellate di cemento-amianto da bonificare, qualcosa come 379mila tonnellate di rifiuti contenenti amianto soltanto nel 2009. I numeri del dramma asbesto sono da capogiro. E parlano di un Paese che dalla messa al bando dell'amianto nel 1992, ormai venuto anni fa, ha tutt'altro che affrontato drasticamente il fenomeno. Basti pensare che dal punto di vista della tutela della salute, il picco dei mesoteliomi si calcola che si avrà tra il 2020 e il 2025, con un'incidenza prevista di oltre mille casi all'anno.

Avanti con azioni coordinate

Già in occasione della Conferenza nazionale sull'amianto di Venezia del 22-24 novembre dell'anno scorso, il ministro della Salute, Renato Balduzzi, aveva indicato le priorità da: ricerca, formazione, monitoraggio costante degli esposti. Con tanto di strategia intersettoriale da preparare in tempi rapidissimi. Sul fronte ambientale, accelerando il processo di bonifica dei siti.

E naturalmente sul versante sanitario, puntando anche sui percorsi diagnostico-terapeutici e su interventi mirati a sostegno delle famiglie degli esposti ed ex esposti all'amianto. Ed ora, col nuovo «Piano nazionale», ecco le azioni in campo. Anche con un timing (auspicato) di obiettivi da centrare: la speranza che entro 3-5 anni dall'adozione del «Piano» si possano avere concreti risultati per la tutela dell'ambiente; l'obiettivo di avviare profondi interventi di bonifica degli edifici scolastici coinvolgendo il ministero dell'Istruzione. Infine: il 2025 come anno picco dei decessi.

Le contromisure per la salute

Sono quattro le linee d'azione e i macro-obiettivi indicati dal «Piano nazionale amianto» per la tutela della salute. A partire dall'obiettivo fondamentale che punta a migliorare la conoscenza dei fenomeni correlati all'amianto e alla loro dimensione-diffusione sul territorio: un passaggio decisivo, che va dallo sviluppo e intensificazione dell'attività dei Cor (centri operativi regionali) per la raccolta dei dati sui tumori, passando per l'attuazione delle azioni epidemiologiche fino al ruolo di collegamento essenziale di Inail, Inps, Istat, Regioni. E naturalmente di quello a tutto campo delle aziende sanitarie. Se saranno in grado. Ecco poi, sempre in tema di tutela della salute, l'auspicato potenziamento della valutazione del rischio e della sorveglianza sanitaria. Fino al potenziamento della ricerca di base e di quella clinica, fondamentali per aumentare la comprensione dei fenomeni molecolari e dei percorsi diagnostico-terapeutici relativi al mesotelioma maligno. Quarta linea d'azione sanitaria: il sistema delle cure e della riabilitazione, arrivando alla creazione di una rete nazionale e favorendo la connessione a un reference network europeo.

Le sfide per ambiente e sicurezza

Ambiente e sicurezza costituiscono le altre sfide elencate dal «Piano nazionale amianto», strettamente correlate tra di loro. E apparentemente impossibili, anche a causa del perdurante stallo nei finanziamenti, almeno al livello di quelli che sarebbero indispensabili. Miglioramento e sviluppo delle attività già avviate per l'individuazione dei siti contaminati, accelerazione dei cantieri di bonifica, individuazione (a farcela) dei siti di smaltimento, razionalizzazione della normativa di settore, formazione, informazione fari accesi sulla ricerca: questi quanto meno i "titoli", con tanto di misure attuative, previste dal «Piano» in materia di tutela ambientale.

Mentre il capitolo del «Piano nazionale amianto» dedicato alla sicurezza sul lavoro e alla tutela previdenziale, elenca a sua volta cinque obiettivi da centrare: dall'aggiornamento dell'elenco delle malattie professionali ai benefici previdenziali, dagli indennizzi all'inclusione del rischio-amianto nel Piano nazionale per la prevenzione.

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